In una delle case dell’Alpe avvengono ad inizio del 1944 numerosi incontri clandestini tra un comitato sindacale, che raccoglie i rappresentanti degli operai delle fabbriche e responsabili sindacali delle vallate biellesi, e una rappresentanza di industriali
Nel mese di marzo dello stesso anno, un accordo verbale sancisce i rapporti tra imprenditori e maestranze all’interno delle fabbriche. È, per tutti, il Patto della montagna.
L’unicità della realtà biellese, in cui è forte la solidarietà all’interno della comunità a difesa del territorio, aveva fatto confluire allo stesso tavolo le istanze di due parti sociali che condivisero ideologie e bisogni. Di fatto, stipularono un contratto, il contratto del Quadretto formalmente sottoscritto, a Liberazione avvenuta, con una cerimonia solenne.
Prevedeva aumenti salariali e la garanzia del salario anche quando l’attività doveva essere sospesa per ragioni eccezionali; parità di retribuzione tra uomo e donna e una riduzione delle ore di lavoro, che passarono da 48 a 40.
Leonardo Forgnone è stato uno dei rappresentanti dei lavoratori che ha partecipato agli incontri che hanno portato a questa intesa in un contesto di occupazione nazi fascista e la racconta in questo filmato della sua vita accessibile su you tube a “Dalla parte del bene comune. Leonardo Forgnone”
Il disegno è la copertina della pubblicazione della CISL Biellese per il 50° del Patto della Montagna