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Pensioni, reversibilità, invalidità, assegno sociale, bonus famiglia, bonus energia, social card, amministratore di sostegno

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Che cosa è?
E' uno sportello che opera per la difesa e la promozione dei diritti dei lavoratori nei confronti degli Enti previdenziali per quanto riguarda prestazioni previdenziali, assistenziali o risarcitorie in seguito a infortuni sul lavoro o malattia professionale.

Per chi opera?
Il patronato Acli si rivolge a tutti i lavoratori di qualsiasi tipo (dipendneti pubblici e privati, autonomi, collaboratori di progetti, a-tipici) in qualsiasi momento della loro vita lavorativa, e a tutti i pensionati.

Di cosa si occupa?
Si occupa di aiutare il cittadino a programmare, seguire e verificare la sua posizione previdenziale, oggi resa sempre più complessa a seguito dei rapidi cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro.

 

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No ai tagli ai Patronati!Venite a firmare alle ACLI per difendere i vostri diritti.

Scritto da Sergio Delpiano. Postato in Pensioni, reversibilità, invalidità, assegno sociale, bonus famiglia, bonus energia, social card, amministratore di sostegno

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Il patronato e' a rischio, a causa del taglio di 150 milioni previsto dalla Legge di stabilità, l'assistenza gratuita ai cittadini italiani e stranieri su 92 tipologie di servizi che abbracciano tutto l'arco della vita, dalla maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem. Per questo “la riduzione del 35% dell'aliquota previdenziale destinata ad alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati”. Lo affermano in una nota unitaria i patronati Acli, Inas, Inca e Ital, i quali per scongiurare i pesanti effetti sociali di questa misura “che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità”.

È subito partita la petizione "No ai tagli ai patronati" per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma.

Nel corso di questo mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie.

Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell'Inps, dell'Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.

I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini.

Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.

Per questo, afferma il comunicato congiunto, si tratta di “una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l'unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro, oggi compiuto dai Patronati, la Pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro".

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Bonus 80 euro: a chi spetta?

Scritto da Luca Maggia. Postato in Pensioni, reversibilità, invalidità, assegno sociale, bonus famiglia, bonus energia, social card, amministratore di sostegno

Il governo Renzi ha approvato e diffuso tramite una circolare dell'Agenzia delle Entrate i requisiti necessari per ottenere direttamente in busta paga a partire da maggio il bonus di 80 euro. E precisamente, esso toccherà a tutti i lavoratori che:

- hanno un sostituto d'imposta;

- hanno un reddito annuo da lavoro (da CUD 2013) compreso tra gli 8.145 euro e i 26.000 euro;

Tra gli aventi diritto, chi ha un reddito che non supera i 24.000 godrà di un bonus di 640 euro (80 euro da maggio a dicembre), chi invece ha un reddito tra i 24.001 e i 26.000 euro godrà di un bonus decurtato secondo la seguente formula:

640 x (26.000-reddito annuo) / 2000

Il bonus è riconosciuto automaticamente dai sostituti d'imposta, senza che il beneficiario debba farne richiesta, nelle retribuzioni erogate a partire dal mese di maggio.

 

 

 

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Lavoratori a rischio amianto

Scritto da sito PatronatoAcli. Postato in Pensioni, reversibilità, invalidità, assegno sociale, bonus famiglia, bonus energia, social card, amministratore di sostegno

Con Circolare n. 164, del 29 novembre 2013, l'Inps ha dettato ulteriori precisazioni in merito alla documentazione da produrre perché sia riconosciuto il prescritto incremento di anzianità ai lavoratori esposti, nel corso della loro attività lavorativa, all'inalazione di polveri di amianto. La circolare si è resa necessaria a seguito delle disposizioni dettate dall'art.42-quater della legge 98/ 2013, di conversione del DL 69/ 2013. ( circolare INPS 2.12.2013)

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Prestiti ai pensionati con cessione del quinto

Scritto da Patronato Acli. Postato in Pensioni, reversibilità, invalidità, assegno sociale, bonus famiglia, bonus energia, social card, amministratore di sostegno

Un pensionato può stipulare con una banca o intermediari finanziari un prestito da estinguersi con una trattenuta mensile sulla quota della pensione?

Dal 2007 anche i pensionati possono ottenere prestiti da estinguere con la cessione di quote della pensione, fino a un quinto del suo importo. L’Inps provvede a rimborsare il prestito concesso trattenendo direttamente dalla pensione le singole rate. Sono oggetto di cessione tutti i trattamenti pensionistici anche quelli liquidati in via provvisoria, con l’esclusione delle pensioni e assegni sociali, trattamenti di invalidità civile, assegni straordinari di sostegno al reddito, pensioni ai superstiti corrisposte a più contitolari, ecc. Per la cessione del quinto della pensione sono previste alcune condizioni. Anzitutto, i prestiti non possono avere durata superiore a dieci anni e devono essere garantiti mediante assicurazione sulla vita che ne renda sicuro il recupero in caso di decesso del titolare della pensione. Il pensionato può cedere fino a un quinto della sua pensione, calcolato al netto delle ritenute fiscali. Per chi è titolare di più pensioni il calcolo della quota è operato sulla somma dei trattamenti medesimi. La legge prevede, inoltre, il principio della salvaguardia del trattamento minimo. La pensione, al netto della trattenuta del quinto, deve risultare superiore all’importo corrispondente al trattamento minimo in vigore (€ 501,38 per il 2014). Qualora l’importo scenda sotto tale limite, la ritenuta dovrà essere determinata in modo da salvaguardare il predetto trattamento. Prima di stipulare un contratto di cessione, il pensionato deve chiedere all’Inps la "Comunicazione di cedibilità". Tale comunicazione indica l’importo della quota cedibile e va presentata alla banca o alla finanziaria con la quale si intende contrarre il prestito.· Stipulato il contratto di prestito, questo deve essere notificato all’Inps il quale, entro il terzo mese successivo alla data di notifica, avvia il recupero delle rate sulla pensione. Eventuali rate già scadute sono recuperate con l’applicazione di una ritenuta aggiuntiva mensile sulla pensione. Venerdì, 10 Gennaio 2014 Scritto da Franco Bertin